31.12.05

Ciò che rimane

Non è facile ricordare un anno per immagini. Intanto bisogna considerare che uno non porta sempre appresso la macchina fotografica, e tutto sommato è meglio così. Infatti la mania del fermare una sensazione con una foto, mania imperante con l'avvento delle macchinette digitali, se portata all'eccesso riesce a rovinare, più che immortalare, delle situazioni perfette proprio per la loro fragile provvisorietà. I momenti più belli della mia vita non li ho mai fotografati, qualcosa vorrà pur dire. Una foto ricordo, per quanto poetica, è sempre almeno in parte cronaca di vita, e quindi conserva e conserverà sempre un legame con la realtà. Mi viene in mente una frase di Simone Weil, da L'ombra e la grazia.

Ciò che è reale nella percezione e la distingue dal sogno, non è la serie delle sensazioni, bensì la necessità involta in quelle sensazioni. « Perché queste cose e non altre? » « È così »

Il ricordo invece, col passare degli anni, può perdere magari non tutto, ma molto del contatto con la realtà che l'ha originato, fino a diventare qualcos'altro. E così spesso se provo a pensare a una ragazza che ho amato e che non vedo da tempo, riesco a immaginarla bella come una dea, nuda di una purezza virginale, sensuale come il peccato. Se invece guardo una sua foto, posso invece accorgermi di una smorfia che mi ricorda il giorno in cui litigammo, o il giorno in cui mi disse addio. Posso ricordarmi di quanto fu umiliante un'attesa, o un'insistenza da parte mia. O posso pensare al momento in cui, guardandola, capii che il mondo aveva smesso di girare intorno a lei. Le foto vivono di questo scarto tra l'immaginazione che evocano e la realtà da cui hanno avuto origine, senza avere né la perfezione dell'una, né la crudezza dell'altra. Ma pur nella negazione della loro perfettibilità, così terrena, posseggono spesso l'intrinseca bellezza dell'attimo che sfugge. E spesso ti ritrovi ad essere felice che ci sia ancora quel brandello di realtà che ti lega a un ricordo lontano, che ti fa credere che è tutto vero.

Per questi e per molti altri motivi oggi, mentre riordinavo le foto di quest'anno, ne ho scelte 10 per rappresentare il mio 2005. Le ho divise in categorie, forse per aiutarmi a decidere quali escludere e quali no. E iniziando per gioco, ad ognuna ho associato una frase tratta dai libri che mi sono piaciuti di più quest'anno.


Amicizia


Quanti giovani talenti confinati in una soffitta languiscono e muoiono per mancanza di un amico, di una donna che li consoli, in mezzo a milioni di esseri, alla presenza di una folla che è sazia di oro e si annoia.

Honoré de Balzac, La pelle di zigrino


Sul divano del mio vecchio appartamento torinese : io scrivo un sms con aria annoiata
e Michele prende appunti con la penna luminosa sulle canzoni
da includere in una compilation che non finiremo mai...


Diego in posa hitchcockiana, nella sua tenuta invernale antifreddo.



Paesaggi

Élisa lottò contro quella oscurità morta, cercò di respingere quella notte, evocò con tutte le sue forze qualche immagine capace di rassicurarla. Un prato fiorito in primavera... una strada di campagna dove passano gli operai, fischiando e cantando in una giornata tutta azzurra... una finestra aperta sull'estate trionfante... La vita...
Un soffio vivente le sfiorò la fronte, una sensazione dolcissima pervase il suo corpo. Sentì, intatta, la speranza che teneva celata nel profondo dell'anima. Si riaddormentò, con il cuore proteso verso una felicità possibile.

Madeleine Bourdouxhe, La donna di Gilles


Le dolci e ospitali colline di Colle Umberto (Treviso).


Il bellissimo tramonto della città color ocra di Roussillon, in Provenza.



Malinconia

Dobbiamo dire: « Purtroppo », o dobbiamo dire: « Fortunatamente il nostro dolore non ha lunga durata? » Io parlo del dolore assai profondo, di quello che attinge alle fonti della vita e che s'unisce tanto strettamente al caro essere perduto, che non lo considera più perduto e adempie per tutta la vita una missione, dedicandosi alla sua immagine, finché i limiti, scomparsi per lui, non siano scomparsi anche per noi. In verità gli uomini buoni non smettono mai tale missione, ma il dolore non è più quello di prima. Nuove, estranee immagini vi sono intromesse: apprendiamo che tutte le cose terrene sono caduche, perfino il nostro dolore, e dobbiamo quindi dire: « Purtroppo il nostro dolore non ha lunga durata! »

Friedrich de la Motte Fouqué, Ondina


Un particolare del cimitero degli Inglesi, a Roma.


Un punto - che mai potrò dimenticare - del cancello che circonda il Colle Palatino, a Roma.



Ricordi

Scopre di non saper niente di lei, né il nome, né l'indirizzo, né ciò che fa in questa città in cui lo ha incontrato. Lei dice: è troppo tardi adesso per saperlo, saperlo o no sarebbe uguale. Dice: « Sono ormai come voi, alla fine di una lunga e misteriosa sofferenza di cui non so la ragione ».

Marguerite Duras, Occhi blu capelli neri


Il pesciolino Nemo che sta sopra il mio monitor.
Si sono perse invece le tracce del pupazzo di Dory, chissà dov'è finito...


Pingu e la scarpetta di Cenerentola.
L'immagine con cui si chiuse il mio vecchio blog, e una ricerca vana.



Ciò che rimane

Si ha tutto quello che si vuole, ma non si ha niente se non lo si vuole. Io non posso volere, non posso nemmeno desiderare. Per esempio, tutte le donne che sono qui, non posso desiderarle, mi fanno paura, paura. Davanti alle donne ho la stessa paura che al fronte, durante la guerra.

Pierre Drieu La Rochelle, Fuoco Fatuo


Nelle vesti di testimone di nozze del mio amico Fabio.
Da notare la bandiera cubana sullo sfondo.


In vacanza con Diego (dietro l'obiettivo) e Martina sul ponte di Avignone.



In un anno intero, anche se non ho risolto i problemi della mia vita, oggi non sono riuscito a trovare nulla di negativo. Ho conosciuto tante persone, e spero di non averne persa per strada neppure una. Non ho mai pianto, mi sono commosso, sono stato felice... non certo per merito mio, ma di chi ho avuto vicino. E ogni volta che per qualche motivo sono depresso, o triste, vado a rileggere un vecchio sms che mi ha mandato Diego, il 19 luglio scorso: « L'unica istituzione sicura è la morte. Quando torni in Friuli? ». Se ho imparato qualcosa, quest'anno, è che dovunque c'è una persona che mi vuole bene, mi sento a casa. E non è una scoperta da poco...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"chiunque vuole questi pannelli può prenderli tutti", scrive un uomo in ginocchio su un pannello di compensato...il primo di una serie, accatastata sulle pareti esterne, semi-distrutte dal tempo, di una casa-bottega o quel che è, vecchia quasi quanto l'uomo...
lo scrive di un bel coloreverdeacceso.chissà perchè vuole disfarsene, ho pensato.
sarebbe da fotografare, ho pensato.almeno a parole.

linda

pingu ha detto...

conosco una persona che li avrebbe presi tutti senza pensarci un attimo...

Anonimo ha detto...

quanto siete deliziosi voi due su quel divano. è una foto che esprime ben più di un'immagine. vorrei vederne una uguale, ma con voi a 5 anni.

beh, forse non cambia molto.
un bacio
Inga