5.11.05

Marienbad

Nei dintorni di Monaco di Baviera, esattamente nei magnifici castelli barocchi di Nymphenburg e Schleissheim, furono girati gli esterni e buona parte degli interni del film L'anno scorso a Marienbad. Specchi, mobili antichi, quadri, fontane, siepi dalle severe geometrie, tutto contribuiva a creare la sensazione che quello non fosse un luogo reale, ma un luogo dell'anima. Dove non solo lo spazio perde - appunto - di fisicità, ma in cui anche il tempo comincia a scorrere più lentamente, fin quasi a dare la sensazione di fermarsi. Ad aspettare te.
A volte, quando mi chiedo "quanto tempo è passato?", non ho mai una risposta sola. Ne ho due. Non che sappia esattamente distinguere due misure diverse, per poter dire ad esempio quale sia più veloce dell'altro. Semplicemente non sono in sincronia. Uno è il tempo che devo dividere con gli altri, il tempo delle abitudini, dei gesti meccanici, degli orologi che non si fermano mai. L'altro invece è modellato sulle mie sensazioni per te. Ora sembrano vicinissime, ora lontane secoli e secoli, quasi parte di una mia vita precedente che persiste solo in qualche rapida apparizione. Per questo è così difficile aspettarti, ogni giorno, e dirti "aspettami". Se c'era un luogo dove ci siamo incontrati, quel luogo non esiste più. Se esiste un tempo in cui ci rivedremo, è impossibile saperlo. Io dovrei essere te, e tu me. Ma l'altra sera Udine era la mia Marienbad, e tra la nebbia mi è sembrato di vederti.



E, una volta ancora, ci siamo trovati separati. E ancora una volta camminavo, solo, lungo gli stessi corridoi, attraverso le stesse sale deserte, sotto le stesse arcate, le stesse gallerie senza finestre, varcando le stesse porte, scegliendo a caso la strada nel dedalo di questi labirinti. E ancora una volta tutto era deserto, in questo palazzo immenso, tutto era vuoto. Saloni vuoti, corridoi, saloni. Porte. Porte. Saloni, sedie vuote, poltrone profonde. Gradini, gradini l'uno dopo l'altro. Bicchieri di vetro, bicchieri vuoti. Un bicchiere che cade. Pareti di vetro. Lettere, una lettera perduta. Appesi ai chiodi chiavi numerate delle porte: 309, 307, 305, 303... Lampadari, lampadari, specchiere, corridoi vuoti a perdita d'occhio. E anche il giardino, come tutto il resto, era deserto. Accadde l'anno scorso, sono dunque tanto cambiato? Oppure fingete di non riconoscermi. Un anno, di già, o forse più.


Non avevate mai l'aria di aspettarmi, ma ci ritrovavamo ad ogni svolta dei viali, dietro ad ogni cespuglio, ai piedi di ogni statua, sull'orlo di ogni fontana. Era come se in quel giardino ci fossimo stati soltanto voi ed io. Parlavamo di tutto: dei nomi delle statue della forma dei cespugli, dell'acqua delle fontane, del colore del cielo... Oppure non parlavamo affatto. Ma voi restavate sempre ad una certa distanza, come sulla soglia. Come all'ingresso di un mondo troppo oscuro, o sconosciuto.


Ascoltatemi, di quale prova avete ancora bisogno? Avevo conservato una vostra fotografia fatta un pomeriggio nel parco, qualche giorno prima della vostra partenza. Ma quando ve l'ho mostrata mi avete risposto, ancora una volta, che non era una prova. Poteva averla fatta chiunque, in qualunque momento, e dovunque. Un giardino, qualunque giardino. Sarebbe stato necessario mostrarvi tutte quelle piume bianche attorno a voi. Quel mare di piume bianche in cui il vostro corpo... Ma tutti i corpi si somigliano, e così tutte le vestaglie e le piume. Tutti gli alberghi, tutte le statue, tutti i giardini. Ma quel giardino, per me, non somigliava a nessun altro. Ogni giorno, vi ci ritrovavo.


Il parco di quell'albergo era una specie di giardino alla francese senza alberi, senza fiori, senza vegetazione alcuna. La ghiaia, la pietra, il marmo, la linea retta, vi segnavano spazi rigidi, superfici senza mistero. Sembrava a prima vista impossibile perdersi. A prima vista. Lungo quei viali rettilinei, tra statue dai gesti immobili e lastre di granito dove voi, ora, stavate già perdendovi. Per sempre. Nella notte tranquilla. Sola. Con me.


I dialoghi sono tratti dal film L'anno scorso a Marienbad.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un altro film che devo vedere.
Imparo molte cose da te, Pingu.

Leggi qua:

http://inkiostro.splinder.com/1131217935#6206485

pingu ha detto...

ora vado a cercarlo :)

Anonimo ha detto...

potresti benissimo aver scritto tu il soggetto di questo film...è una classica storia "à la pingu"!dev'essere bellissimo.
l*